di Ornella Urpis
Ottobre Rosa, una bellissima iniziativa promossa dalla Comunità italiana di Pirano – grazie alla sua esponente Fulvia Zudič, poliedrica artista – che onora l’arte del Maestro Giuseppe Tartini ( la sede dell’esposizione è nella Casa Natale del Maestro delle Nazioni a Pirano, Slovenia).
La mostra è dedicata alla lotta ai tumori e alla forza delle donne che intraprendono un cammino difficile accanto all’incertezza dell’esistenza e con coraggio si àncorano ancora nella vita e si incamminano verso una trasposizione artistica delle loro emozioni.
L’arte in questo è terapia, una esperienza mistica di incontro fra mondi diversi; un luogo dove il tempo si annulla e sale l’esperienza del profondo, del mondo dove ogni essere umano può riconoscersi nel momento in cui l’ego si affievolisce e la relazione con l’universo diventa realtà.
In molte artiste che espongono in Ottobre rosa si intravede nello sguardo e nelle pieghe del loro volto la forza dell’esperienza, altre gioiscono per la vita e le immense possibilità a loro offerte.
La varietà di tecniche, di colori e di forme riassume la molteplicità della vita.
Fare arte significa allora trasformare l’esistente in un’altra dimensione e alleviare le pene dell’umanità. La mostra Ottobre rosa assume quindi un significato particolare per il visitatore consapevole del vissuto di ogni artista.
Nel fondo della sala si erge la meravigliosa scultura vitrea di Mira Ličen; Fulvia Grbac con la sua xilografia policroma ci porta nella dimensione profonda dell’essenza del mare, il sale; Veruš Villango spezzetta i ricordi, i pensieri, le esperienze nella speranza che tutto finisca presto; una donna velata dove gli occhi perdono la luce è l’emozione di Karin Zrinski; ma accanto troviamo la bellezza della natura rappresentata da Slavica Oplanić e Bruna Naldi e la sua complessità come nell’ologramma di Metka Pepelnak.
La dimensione astratta di Nada Dellore, Jasna Merku, Alessandra Gusso, Helena Korošec, Milena Kafol ed Elisabetta Maresio ci fa entrare nel luogo dello spirito, ma il corpo in tutte le sue dimensioni e funzioni ritorna preponderatamente nei lavori di Isabella Goio con la potenza dei colori e in quella di Teresa Noto nelle forme e di Cinzia Platania nel suo grande trittico in mezzo la sala. Eeva Kukkonen riprende il tema della maternità negando l’esclusiva narrazione storica della donna in funzione procreatrice e di santa mentre Elsa Delise sottolinea l’amicizia: il filo d’oro delle donne.
La drammaticità del vissuto emerge nell’interpretazione di Carlotta F. Sassoon dove la tela racchiude il dolore di ogni essere vivente che solo grazie a una forza indomita riesce a sconfiggere, una forza rappresentata magistralmente nel dipinto di Roberta Thompson.
Non mancano lavori in ceramica di Tanja Krstov e di quelli di Fulvia Zudič, la quale ci raccorda con il passato e gli antichi gesti delle donne.
La mostra è visibile sul sito www.portartwomen.com al link https://www.portartwomen.com/?page_id=74
Il comune di Pirano scrive: https://www.piran.si/objava/681643
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